Here we
are: new weekend, new trip in Valsesia! Weather has been quite rainy in the
last few days, so there is plenty of water all over the valley. On Friday evening
Alessandro and I had a warm-up run on the Piode-Scopello section of Sesia,
which is actually very enjoyable with this level, but the “main course” was on
Saturday: Saturday was the day of Sorba.
Sorba is a
right tributary of Sesia: it flows very close to our home in Campertogno but
both Alessandro and I had never had the opportunity to descend it. As ususal,
the voice had spread, so we found ourselves with Davide, Elena and other six
people at the put-in, which is located on Gronda (a tributary of Sorba).
Sadly, we
found out that hydro was not so high, someone even dared to say that it was
low. Alessandro started the descent with possibly the worst line ever seen on
Gronda: right, extremely right. Hitler-way right. SBAM! At first we were
worried (for the kayak, not for Ale) but after a while we realized nothing
serious happened, so we went on. Ale said he was distracted from people on the
bridge of Rassa: he would never admit he chose the wrong line! Sorba flows
through Rassa, one of the most beautiful villages of Valsesia. Houses are built
in the typical Walser-Style and the position on the confluence between Gronda
and Sorba gives Rassa a “wonderland” imagine. Last but not least, do not forget
about the typical product of Rassa: grappa (schnapps), grappa for every taste!
Blackberry, mountain flowers, honey… and more and more!
Let’s go back
to the river. The descent continued with the three Sorba’s slides: the first is
a Norwegian-like slide, a fantastic spot where to have a photo taken. The
second one is an easy drop, while the third is a “S” full of adrenaline, which
ends in a peaceful little lake. Last time I was on Sorba, my descent ended
here. But this time we went on. All the rapids had a common point: rocks, lots of
rocks. Davide took on all the scouting, which always ended with the same verdict:
“watch out guys, this is a dirty one”. “And what about the last one”? I tought.
“Was it clean”? However, everyone had a really good time, but Davide was without
any doubt the main character. In just two rapids he managed to:
1 1) lose the grip of his paddle and roll
with the hand against a rock wall;
2 2) choose an “alternative” line and
roll twice, just above the scary entry rapid of the gorge.
Elena, his
girlfriend (and as usual the only girl of the group), tried to steal the scene
by screaming about an imaginary giant siphon which was about to swallow her. Of
course there was no siphon anywhere.
Many rocks
later, we finally arrived to the take-out. What to say then? A challenging
river, it probably would have been smoother with a bit more water, but we can’t
complain. I have to thank Miguel for lending to me his Ace of Spade, I don’t
know if I would have kept myself dry without it. Yes, Miguel, I used your boat.
It just couldn’t stay another weekend in the garage! ;-)
Carlo Della Marianna
Sorba o son desto?
Siamo ancora qua: altro weekend, altro giro in Valsesia! Il
tempo clamorosamente instabile degli ultimi giorni è una manna per il canoista,
che trova livelli pressoché perfetti su tutti i torrenti della Valsesia. Dopo
un venerdì dedicato all’agricoltura e a un riscaldamento, sempre libidinoso, su
Piode-Scopello, il sabato è il giorno del Sorba. Per il solito strano fenomeno
di aggregazione sociale all’imbarco sul Gronda ci troviamo in 10. Ma siamo
sicuri di starci in 10 sul Gronda? Il livello è più basso di quanto previsto,
qualcuno azzarda pure a dire che è basso! Ma bando alle ciance, si parte. Conca
inaugura la discesa con la peggior linea mai vista sul primo salto del Gronda:
destra, ma destra estrema. Tipo Hitler, ecco. Ma più cattivo. Risultato: SDUNG!
Dopo alcuni attimi di apprensione (per la Waka, mica per il Conca) l’allarme
rientra e proseguiamo la discesa. Conca dice che ha sofferto il pubblico
trepidante sul ponte di Rassa (quattro gatti che in realtà stavano meditando il
suicidio).
Una parola su Rassa: certamente uno dei borghi più belli
della Valsesia. La struttura delle case, in pieno stile Walser, e la sua
posizione alla confluenza tra Val Gronda e Val Sorba conferiscono al paese un
aspetto quasi magico. E poi non dimentichiamoci del prodotto tipico di Rassa:
la grappa, signori! Grappa di ogni tipo! Ginepro, arnica, erba bianca,
mirtillo… ce n’è per tutti i gusti, astemi esclusi.
Ma torniamo al fiume. La discesa prosegue con i tre salti
del Sorba: il primo è uno slide “Norwegian style” con un rapporto figurone
nella foto/difficoltà del passaggio tra i più alti del nord Italia. Il secondo
è una semplice soglia, mentre il terzo è una divertente S che ti spara a mille
all’ora in un placido laghetto. Ecco, la mia precedente esperienza sul Sorba si
era fermata qui. Questa volta, invece si va avanti. Le rapide presentano tutte
una costante: tanti, tanti sassi. Lo scouting di Davide ad ogni rapida presenta
sempre lo stesso verdetto: “Occhio raga che questa è un po’ sporca”. Ah, perché
quella di prima invece?
Sassi a parte, tutti se la cavano alla grande, ma vale
comunque la pena di segnalare qualche highlights:
1)
Davide che prova una linea inedita e si incasina
nella rapida a monte dell’ingresso delle gole: la miguelata – perché di
miguelata si tratta – non ha conseguenze anche grazie alla reattività del prode
Giuliano, che non esita a tuffarsi in acqua per evitare casini maggiori;
2)
Davide che perde la pagaia in rapida, limona in
subacquea con un’altra parete ed eskima con le mani sui sassi. Almeno questo è
quello che dice lui;
3)
Pietro che viene riciucciato nel bucone alla
fine della rapida di ingresso delle gole: se la cava con un eskimo
semi-assistito da Davide;
4)
Paolo che, stufo del monopolio di Davide in
questi highlights, decide di prendere la situazione di petto e andare a bagno
solo per guadagnarsi la citazione;
5)
Elena che semina il panico millantando la
presenza di improbabili sifoni giganti che la stanno risucchiando. Per la
teoria “al lupo, al lupo”, poco dopo si incarterà in un terzo grado
nell’indifferenza generale.
Parecchi pim-pum-pam dopo, arriviamo finalmente allo sbarco.
Che dire, un bel fiume, adrenalinico ed esigente: una bella stecca, come si
suol dire. Io devo ringraziare la Ace of Spade di Miguel per avermi evitato un
paio di bagni sicuri. Ah Miguel, te l’ho presa in prestito, non ricordo se te
lo avevo chiesto. D’altronde, quando il calabrese non c’è, il nordico balla.
Anzi, pagaia.
Carlo Della Marianna